Cos'è questa benedetta autostima?

È una qualità di cui si discute così tanto che rischia di essere interpretata come un tesoro che si ha o non si ha, e questo non va bene. Innanzi tutto non è preciso dire di avere una autostima alta o bassa perché va commisurata a ciascuna delle mille cose che siamo capaci o incapaci di fare.

Parlando di bambini l’autostima è:

  • la naturale capacità di ciascuno di conoscere e riconoscere i propri talenti
  • conoscere e riconoscere le proprie debolezze,
  • capacità di amarsi per quello che si è perché il bambino è una creatura speciale a cui è riservato un posto speciale nella vita che solo lui può occupare.

Tutti bambini quando nascono, sono perfetti!

Se non vengono inibiti, manipolati, castrati psicologicamente dicendo loro che cosa devono fare, come è bene che si sentano o come è male, essi sanno chiaramente quello che sono e quello che desiderano ma è molto molto facile distoglierli dalla loro missione se l’adulto si relaziona in modo errato anche se involontario.

Nel periodo tra gli anni 0/7, la fase egocentrica, questo può succedere molto facilmente: questo è il momento in cui il bambino si sente al centro del mondo e vuole essere al centro dell’amore della mamma e del papà, egli è un grande organo di senso in cui predomina il corpo con la sua fisicità e le sue sensazioni. Ecco perché tocca tutto, butta a terra tutto e pretende tanto dai suoi genitori e tutto è solo per lui. Ricordiamo tutti la fase del “MIO!”o del “NO” intorno ai 2 anni. 

L’atteggiamento di noi adulti è quello di omologare i bambini a noi stessi portandoli al nostro livello di razionalità invece che lasciarli nel loro mondo. Cerchiamo infatti di rispondere a modo nostro usando la mente, la razionalità, spiegando la teoria ai loro perché, alle loro curiosità. La conseguenza è l’inibizione della creatività, della fantasia, dell’autoricerca delle soluzioni e delle strategie per riuscire. 

Pensiamo per esempio a quanto in natura sia normale per un bambino cercare il movimento, lo stare all’aperto, perseguire il divertimento e le passioni, e invece troviamo genitori che spesso non permettono ai loro figli di giocare per non sporcarsi; se questo succede in qualche occasione particolare perché si necessita di questo, può andare bene, ma se non vengono mai lasciati giocare con la terra o con il cibo perché i genitori sono molto attenti all’apparenza o non sono disposti a fare una lavatrice in più, questo atteggiamento porterà il bambino ad avere scarsa confidenza con il proprio corpo (l’autopercezione ha una forte base nel contatto fisico con gli oggetti esterni), la tendenza ad inibire il corpo e, di contro, iperattivare il pensiero anche in situazioni in cui serve l’opposto (come nello sport, negli affetti, nella manutenzione di casa ecc.)

Sviluppare precocemente la parte razionale anticipando l’uso dell’emisfero sinistro del cervello in modo erroneo è contro il loro naturale sviluppo. Troviamo così bimbi che come noi si fanno domande usando il pensiero invece che i SENSI, il corpo, o la fiducia in loro stessi e nella vita come invece farebbero naturalmente.

Per esempio, di fronte a una decisione da prendere, è normale che un adulto non “si ascolti” valutando invece i pro e i contro basando la scelta esclusivamente su dati reali e tangibili e razionali, anziché “affidarsi” come farebbe un bambino alle percezioni dei sensi e del corpo quella “a pelle”. 

Ecco perché ho aperto dicendo che sono loro le nostre guide non il contrario!

Questo non significa agire in preda ad un’emozione, né tanto meno prendere decisioni importanti in preda alla gioia o alla rabbia, ma solo cercare di non soffocare e perdere quella pare di sentire che invece i bambini hanno spontaneamente in quella fase di vita. Molto spesso chiedo a mia figlia cosa risponderebbe lei a qualche quesito per ritrovare la dimensione del sentire non del pensare. In effetti è molto più saggio rimandare proprio a loro i quesiti quando i bambini cominciano a porti delle domande. Mi spiego meglio:

Per esempio quando chiede il perché di qualcosa si può:

  • step 1 –  ABBASSARSI A LUI/LEI alla sua altezza
  • step 2 – GUARDARLO/A ATTENTAMENTE E AMOREVOLMENTE NEGLI OCCHI dicendo: “tesoro secondo te perché?” cercando di rimanere in silenzio e in attesa. Se la risposta non arriva, stimolare la nascita della risposta dentro di lui attraverso metafore, esempi che usano la natura, o l’ambiente in cui vive per facilitarlo. Così facendo non siamo noi a “riempirlo” con le nostre risposte dall’esterno, ma sperimenterà la sensazione di sentir nascere da dentro la risposta, proprio secondo l’arte sacra della maieutica, (dal greco, l’arte della levatrice – riferito all’arte dialettica di Socrate di “tirar fuori” risposte e considerazioni personali direttamente dall’allievo partendo da domande che stimolavano la sua riflessione), che rende i bambini autonomi e fiduciosi, anziché dipendenti da idee preconfezionate, da enciclopedie o insegnanti, che sono fonti importanti ma non tanto quanto l’individuo stesso.

Per un bambino è quindi fondamentale potersi esprimere liberamente per quello che è e solo così potrà mantenere un equilibrio psico-fisico-emozionale, e permettere alla sua anima di “lavorare”.

Perché parlo di anima o sé interiore? Perché è nostro dovere agevolare la manifestazione delle competenze dell’anima del nostro bambino che sono:

ESPRIMERE COME SI SENTE E COSA PROVA

ESPRIMERE LA SUA PASSIONE PER LA VITA

ESPRIMERE LA SUA CREATIVITA’ E CURIOSITA’ SPERIMENTANDO E GIOCANDO

MANIFESTARSI PER CIO’ CHE E’ LASCIANDOCI INTRAVEDERE IL SUO PROGETTO DI VITA

Per noi adulti è molto importante rimanere connessi con la NOSTRA parte bambina, per esempio quando riusciamo a dare un nome ai sentimenti che proviamo senza imbarazzo e sapere anche perché li stiamo provando: Es. “sono arrabbiata!” Perché? Perché mio marito esce con gli amici” Sì ma perché siamo arrabbiati per questo, qual è la vera motivazione? Più profonda? Il sentimento dietro a questa emozione è che magari ci sentiamo abbandonate quando conosciamo che cosa desideriamo fare veramente, quali sono le nostre virtù , le nostre capacità ma anche limiti e debolezze.

Possiamo portare una riflessione: “Facciamo quello che facciamo con passione? Coinvolgimento, divertimento, curiosità?” Tutto questo serve a noi ma serve anche ai nostri bambini come esempio.

In effetti molto spesso l’autostima, la sicurezza in se stessi sono tutti elementi riconducibili all’importanza che noi tutti attribuiamo al giudizio altrui nei nostri confronti: girando per le strade mi accorgo spesso quanto i genitori si rivolgano al proprio figlio magari di un anno pretendendo cose assurde; questa mattina per esempio un papà ha detto alla figlioletta di circa un anno e mezzo che doveva fare più attenzione quando cammina e (!!!!) guardarsi dietro perché la gente , in questo caso io con il mio cane, stavo arrivando cercando di superarla. Lui pretendeva che lei a un anno e mezzo, intenta ad osservare il mondo intorno a se e facendo anche uno sforzo per camminare sempre in equilibrio, dovesse anche preoccuparsi di guardarsi dietro. Era evidente quanto questo papà avesse paura di essere giudicato lui stesso da me in questo caso e si giustificava perché la bimba era sulla mia strada (normalmente) impartendo alla figlioletta la “lezioncina” sulla buona/assurda educazione!

Ovviamente la mia non è una critica nei confronti delle difficoltà dei genitori oggi, perché sono genitore pure io e proprio per questo vorrei invece far sapere loro che si può uscire da quello stato d’ansia perenne di fare la cosa giusta a tutti i costi soprattutto davanti a chi “ci osserva” partendo da alcune informazioni “base” che sono utili per vedere le ose da altri punti di vista. Per esempio sapere cosa si o non si può effettivamente chiedere a un bimbo di una certa età a seconda delle sue tappe evolutive. Es. quando rientrate a casa con questa nuova creatura tra le mani, dopo aver partorito, vi aspettate che possa mangiare da solo? Dormire da solo? Eppure solo dopo poche settimane si vorrebbe pretendere che “dorma” nella sua cameretta, che si addormenti da solo, che abbia fame dopo 2 ore e non prima o dopo ecc…

Forse queste considerazioni vi possono sembrare fuori luogo, invece la costruzione dell’autostima inizia prestissimo, e come tutto ciò che riguarda il bambino, lui più che imparare “assorbe” da noi.

Ecco perché la crescita di un bimbo è facilitata se è vissuta in parallelo alla crescita del genitore.

(Autore: Lorna Zacchi, con parte dei testi liberamente tratti da…)

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